La direttrice del "circo"

 Mentre m'incamminavo nella semioscurità verso il centro del paese, lungo Via della Canonica incontrai due tipi vestiti in giallo, tubino giallo, una pallina rossa fissata sul naso ... clown ... se stavano promovendo il loro spettacolo agivano in modo davvero disinvolto, infatti non mi avevano rivolto la parola e avevano tirato diritto guardandomi appena. Erano in libera uscita? Da anni non venivo in paese. Un tendone da circo non riuscii a individuarlo, in compenso attirò la mia attenzione una costruzione ignota, in legno e tavole di truciolato.  Com'è naturale ne cercai l'ingresso. Venni accolto da una donna piuttosto alta, bionda, spettinata, robusta, dalle braccia nude, la quale, dopo che ebbi pagato, mi diede spago. Ero il solo visitatore presente. Mi introdusse in uno stanzone privo di finestre e odoroso di legno fresco. 'Qui puoi fare quel che vuoi', disse, 'rotolarti sul pavimento, arrampicarti sulle pareti'. 'Sei la direttrice del circo?' - chiesi, sicuro del fatto che non mi sarei rotolato sul pavimento né arrampicato sulle pareti. 'Direttrice, corretto, circo non direi', rispose ironica. Dubitando ormai - chissà per quale motivo - che avessero a che fare con lei, omisi di chiederle la funzione dei due clown vestiti in giallo. Iniziammo a parlare in modo confidenziale e non nascondo che presto mi trovai alle prese con quelle sue braccia nude. Al momento di passare oltre - in effetti fuori dal "circo" - lei mi dette un foglietto staccandolo da un blocco gualcito. Lessi un indirizzo. 'Piazza Edison? Ma ci passo cinquanta volte alla settimana!' - esagerai. 'Così puoi scrivermi', disse lei, 'o venire a trovarmi'. Ripresi Via della Canonica, stavolta in salita. Ero soddisfatto del presente e speranzoso nel futuro.

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