Profumo

Riponendo Cent'anni di solitudine nello scaffale apposito ho trovato poco distante E così via, racconti di Silvina Ocampo *. Ho iniziato a leggere chiedendomi se ero alla prima o alla seconda lettura, sta di fatto che non riconoscevo nulla. Fino a quando a pagina 87 ho trovato mie note scritte a matita, due rosse, una blu, ciò che mi ha convinto di aver già letto il libro. Un logico potrebbe obbiettarmi che potrei aver letto solo il racconto relativo alle mie note, ma no, niente avrebbe potuto spingermi a selezionarlo. Per qualche decina di minuti, prima di arrivare a pagina 87, mi ero illuso di aver comprato un libro senza poi leggerlo, sciccheria non impossibile naturalmente, ma improbabile. Non evito mai la narrativa dopo averla acquisita. Che io non riconosca nulla del libro di Silvina Ocampo non depone a suo favore, né a favore della mia memoria. Giriamola così: io ricordo il nulla di questo libro, ne ricordo il fascino, il vuoto, l'eleganza, come quando per strada si attraversa un profumo che presto svanisce lasciandoci solo il ricordo della donna di cui era l'esponente olfattivo.

*Scrittrice argentina vissuta nel Novecento. Conosciuta dai non specialisti per aver curato insieme a J. L. Borges e ad A. Bioy Casares un' antologia della letteratura fantastica.

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