Convalescenza

Il giovane Fausto, reduce da un ricovero in ospedale causato da un incidente stradale, ritenne giunto il momento di riprendere contatto con la città. Una sera s'incamminò verso il centro presto trovandosi mescolato con i tanti turisti, e per così dire si mise anche lui a fare il turista. L'esercizio, facilitato da un crepuscolo del tutto inconsueto per colori e riflessi, portò Fausto davanti a una vasta apertura che permetteva di godere il contrasto fra la muraglia in pietra serena e una prospettiva della città. Questa porta dovrebbero chiamarla Giulebbe, pensò Fausto, deliziato e presto intento a scattare una foto della muraglia, della porta e, oltre, della città. Con sua grande sorpresa vide che il risultato della foto non era all'altezza di ciò che lui aveva percepito. Nel senso che il contrasto tra il colore della muraglia e il resto era svanito. Forse a causa del suo stato di convalescente e del suo snervamento, Fausto si rattristò moltissimo, anzi si mise a gemere, a piagnucolare, attirando l'attenzione di una giovane turista. 'Cos'hai?' - chiese la turista a Fausto avvicinandoglisi al punto di appoggiargli affettuosa la testa al collo. Fausto accolse la strana premura della ragazza, piccolina e abbastanza in carne, senza sorprendersi. 'Ci siamo incontrati poco fa al mercatino dell'usato', spiegò la buona samaritana, 'non ti ricordi? Anche lì mi sembravi triste ...' ' Ma no, pensavo a tutti quei libri vecchi', rispose Fausto, 'a tutta la polvere che hanno dovuto sopportare per decenni ... e ora eccoli in mostra ... capisci?' 'No', rispose la ragazza ... 'Ho fallito la mia foto, mancato l'attimo, e mi è venuto da piangere ... si dovrebbe tenere conto che ho passato un mese e mezzo all'ospedale ... non ne posso più ...' spiegò Fausto. 

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