Un teatrino delle marionette

Mio figlio realizzò un teatrino in strada, precisamente su un marciapiedi, utilizzando dei tappeti che aveva trovato in cantina. Li fissò a due cornici dopo averne tolto via il quadro. Le cornici tenevano in piedi i tappeti, i tappeti tenevano in piedi le cornici. Mio figlio intendeva procedere a una rappresentazione di marionette per il pubblico dei passanti e dei condomini, per alcuni dei quali aveva della simpatia. Iniziò a muovere le marionette, che come tutti sanno sono pupazzi manovrabili da fili, mentre invece i burattini sono anche loro pupazzi, sì, ma vengono manovrati dalla mano del burattinaio infilata da sotto come in un guanto - nel burattino, che muove le braccia le quali in realtà sono le dita del burattinaio. Dovrei dire a questo punto che mio figlio era un marionettaio, nella circostanza, e che dopotutto restava visibile, per quanto fosse un bambino piccolo, dietro il trabiccolo che aveva costruito. Poco male! Una prima signora che passava per la nostra strada si fermò a guardare la rappresentazione di marionette ("mariottine", così mio figlio). Da un balcone, in effetti dal quarto piano, osservavo la scena - ancora non sapevo che mio figlio aveva scassato due quadri per ricavarne le cornici, né capivo come fosse riuscito a costruire quel teatrino, mi spiego: la precisazione delle sue componenti che apre questo scritto dipende dal fatto che, quando mio figlio ebbe concluso la sua rappresentazione davanti a qualche passante interessato all'arte e abbastanza coraggioso da restare in strada nonostante il passaggio del tram e di alcune automobili, senza contare motocicli e biciclette, scesi giù per felicitarmi con mio figlio per il suo successo marionettistico e, devo dire, ingegneristico, e scoprii il fatto dei due quadri scassati allo scopo che sappiamo. Corsi in cantina a vedere che cosa fosse rimasto di quelle due opere d'arte che la polvere e l'oblio onoravano da decenni. Si trattava di due ritratti ottocenteschi di nostri antenati, un signore baffuto in divisa militare, e una signora piuttosto in carne con un abito nero dal notevole scollo. Erano finiti in cantina perché una volta un ospite di mia nonna aveva dichiarato che quei due ritratti gli mettevano paura. L'ospite è sacro.

E la rappresentazione offerta al pubblico stradale da mio figlio? Non so che cosa dire, stavo al quarto piano e ne capivo poco e nulla. 

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