L'abitudine ai quotidiani

Abitai per anni in un borgo situato a ovest della città. Era perciò facile fermarsi a chiacchierare con il giornalaio, con il pizzicagnolo, negozianti che visitavo ogni mattina - il secondo per la merenda di mio figlio a scuola. Durante uno sciopero indetto da tutte redazioni il giornalaio mi dette l'unico quotidiano che invece era uscito. 
"E' il giornale dei sordomuti", mi disse. 
Quelle pagine riproducevano graficamente il linguaggio dei segni, per cui erano assolutamente impenetrabili per chi non facesse parte della minoranza analfabeta dei sordomuti, i quali in maggioranza sanno leggere e scrivere. 
E' noto che tra noi vi sono diverse persone che non sanno (più) leggere, o comunque non sanno passare dal riconoscimento delle lettere e delle parole alla comprensione del testo. 
Ciò avviene anche tra i sordomuti, pensai mentre tornavo a casa sfogliando quello stranissimo giornale di cui non avevo mai sentito parlare.
Gli scioperi dei giornali danno sempre o quasi sempre la possibilità di scoprire nuovi mondi di carta, questo lo sapevo dai tempi di mio padre, che, abituato al giornale quotidiano, in caso di sciopero comprava qualsiasi foglio disponibile. Qualsiasi.
Mai gli vidi però in mano il giornale dei sordomuti analfabeti, che ovviamente non so come s'intitoli.

Comunque l'ho conservato, infatti è molto decorativo.

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