La vita dei morti

Andato a visitare una defunta di mia conoscenza, da poco mancata, entro nella camera ardente, di cui la custodia è affidata, scopro, ad una persona da me frequentata alcuni decenni or sono. Pensionato, si dedica alla cura dei defunti prima che costoro ricevano la sepoltura o passino nel forno crematorio. Ci salutiamo e subito dopo il custode estrae da una sorta di grande scaffale la bara della mia conoscente, ancora aperta. La defunta, piccola e non troppo anziana, ha le labbra coperte di vivace rossetto ed è abbigliata come per una festa, indossa infatti un abito di tulle color champagne. Mentre la guardo, come ogni volta che ho visitato un defunto, da ciò molto preso, la salma si muove, solleva il braccio destro, si appoggia sul bordo della bara e si alza un poco, semidistesa. Non faccio a tempo a meravigliarmi, che la defunta volge la testa verso di me, mi sorride e inizia a parlarmi della vita dei morti, insomma, dico, dell'aldilà. No, afferma la defunta, i morti vivono come corpi, non come anime, noi siamo morti eppure viviamo.
Guardo dalla parte del custode, ma non lo vedo, ragione per cui saluto la defunta, che non mi risponde alcunché, e me ne vado, in effetti domandandomi se per caso io non abbia fatto un insolito sogno od abbia avuto una estesa allucinazione. 
Fuori dall'edificio dove si trova la camera ardente, seduto ed appoggiato ad una parete, il custode mi guarda e mi sorride. 

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