Il marito della cavallerizza

Il signor Z tentava qualche volta percorsi nuovi nella pianura sita a ovest della città realizzando spesso la strana condizione di sentirsi perduto e insieme del tutto consapevole di dove si trovava, uguale a parte tutto il resto a certe lontane esperienze avute da lui nella macchia maremmana, quando intravedeva dal fondo di una valletta il campanile del paese senza però sapere come arrivarci. Anche quel sabato il signor Z si perse nella pianura, etnologica e non solo sociologica mappa di perdite ed acquisti umani, per cui si rivolse a certi giovani adunati presso un muretto ed espose il suo smarrimento. I giovani, forse pronti ad assistere a una partita di calcio amatoriale, gli dettero un tipo burlone alcuni, altri scorbutico di spago, comunque inutile a ritrovare la via giusta per la stazione, da dove il signor Z intendeva prendere un certo trenino di ritorno. Riprese a vagare nell'immensa pianura finché non si fermò davanti a una stalla per cavalli.  Vi s' indaffarava una giovane volendo abbigliata da cavallerizza, che, gentile e cordiale, diede spago al signor Z, il quale però, distratto dalle fattezze di lei, permise sì alle informazioni circa la via per la stazione di entrargli in un orecchio, ma anche subito di uscire dall'altro. Aveva la cavallerizza i capelli molto corti, un dato questo inutile tuttavia allo scopo di orientamento del signor Z, che a caso si spinse oltre. Individuò una cascina e penetrò nell'aia, spazio aperto sulla strada da un portale. Un giovane molto sorridente lo rassicurò, la stazione era distante pochi chilometri, non appena libero lui stesso lo avrebbe accompagnato con la moto. Ora si accomodasse, il signor Z, in casa: per rifocillarsi, disse il giovane contadino. Il signor Z entrò da solo in un locale molto ristretto, doveva essere uno spogliatoio a giudicare dalla quantità di cappotti, mantelle, giacche e cappelli attaccati alle pareti. Due enormi cani, amabili come il loro padrone, si mossero scodinzolanti dai loro giacigli e si rizzarono sulle zampe posteriori, piazzando le anteriori sulle spalle dello sconosciuto. Leccato e nasato, il signor Z si rassegnò ad aspettare che il giovane contadino motociclista terminasse ciò che aveva da fare. Forse era il marito della cavallerizza, opinò il nostro.

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