Baccano in trattoria

Pare che anticamente in Spagna gli osti facessero pagare ai loro avventori anche il baccano che questi ultimi facevano nel mangiare e bere, lo scrive Jean Paul Richter in una delle infinite divagazioni presenti nel romanzo Siebenkas, perfezionato nel secondo decennio del 19° secolo. "Siebenkas" - scritto con la dieresi sulla a - significa "7 formaggi", o caci, il che ci riporta al mangiare. In trattoria o in simili luoghi, almeno in Toscana, è facilissimo essere disturbati dal chiasso che regna nella sala dove invece si vorrebbe passare un'oretta piacevole magari scambiando qualche parola con i commensali. Una mia cara amica l'altro giorno ha abbandonato causa baccano il pranzo a metà e se ne è andata - pagando - da una trattoria. Quanto a me, sono stato costretto a non andare più in un ristorante specializzato in cibi di mare perché la lunga attesa dei piatti aveva come sottofondo un brusio insopportabile. E' ovvio che per farsi sentire da chi è con te dovresti alzare la voce aumentando il chiasso che stai odiando. Non so come oggi la soluzione adottata dagli antichi osti spagnoli potrebbe essere adottata: forse premiando con uno sconto interessante e ben segnalato sul menù chi parla piano, non dico sottovoce. Può darsi che in ristoranti di gran classe il baccano (parola che potrebbe venire da Bacco, Baccanale, non saprei) sia assente, ma non sono un conoscitore di locali del genere. Termino con un racconto carino: alcuni decenni fa alle porte di Firenze, verso Pratolino sulla via Bolognese, c'era un buon ristorante specializzato in "cucina rinascimentale". Un gruppo di impiegati  della locale Università vi si recò per festeggiare non so che cosa e presto iniziò non solo ad alzare la voce, ma anche a far volare pezzi di pane. Quegli avventori si erano fatti impazienti tra una e l'altra ambita portata "rinascimentale". Il direttore, temendo che la comitiva facesse scappare gli altri clienti e nuocesse alla fama del locale, propose a quei cialtroni di andarsene gratis ... Anche questo metodo ho paura che non sia facile da usare.

(Ho già raccontato questa storiella qui esattamente 3 anni fa)

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