Cultori tardivi della mascherina

 Un venerdì recente sono andato nel mio solito parco a camminare senza la compagnia visiva, uditiva e allertante dei motori. Era mattina: a parte il solito jogger che fa in  su e in giù la via maggiore del parco e a tratti s'imbuca nei sentieri del "bosco", che arriva dove è abituato ad arrivare e tocca una serie di oggetti, panchine, tronchi, pietre, come in un rituale, per poi far dietrofront ... non c'era nessun altro, se non il sottoscritto, i custodi chiusi nella portineria e, seduta su una panchina, una piccola ragazza carica del suo zaino ... guardava il grande prato in discesa  ... indossava la mascherina che sappiamo ... in effetti anche il jogger ritualista porta sempre  la mascherina, poco propizia al suo movimento ... In un parco grande e vuoto, mi sono chiesto, perché la piccola ragazza indossa la mascherina? Dopo qualche ora, ripensando a quell'immagine di solitudine e forse di attesa che da ragazzo ho conosciuto molte volte, mi è venuto in mente che la ragazza fosse una studentessa - vedi lo zaino pieno - mancante per così dire dalla sua scuola, e che la mascherina le facesse da protezione - non delle "vie respiratorie" - del volto. Anch'io, ai tempi, non avrei disdegnato una contraffazione del mio viso durante le cinque ore di latenza da me rubate a scuola e famiglia. Il jogger, da me osservato molte volte, credo che disponga di una mente non ordinaria che tuttavia non lo salva dal tardivo mascheramento che tutti noi tempo fa abbiamo dovuto sopportare per mesi. La ragazza ... chissà!

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