Complesso di irrilevanza

Da qualche anno mi accade di pensare, guardandomi intorno a casa o fuori, in strada, se non in campagna, ovunque sia abituale per me guardare – mi accade, dicevo, di pensare di star guardando il mondo (non i miei cari, i conoscenti eccetera) come sarebbe se io fossi morto di recente. Per cui raccomando a coloro che albergano in sé pensieri simili, di loro post mortem riguardanti l'al di qua – l'al di là non m'interessa – di fare la curiosa esperienza di vedere com'è il mondo senza di loro, ovvero se fossero morti da un giorno, da una settimana. Non mi allargherei oltre. La risposta è: il mondo sarebbe uguale, ciò che accenna alla nostra irrilevanza. Qualora si voglia avere un modello invece di come sarà il mondo dopo un bel po' che noi saremo morti, allora è necessario sforzarsi un poco. Ma non è difficile. Prendete un mezzo e andate in un posto che avete frequentato e conosciuto bene parecchi anni fa, per esempio andate a Follonica, a Fiumetto, al Cinquale, dove avete passato le vacanze al mare settanta, cinquanta, venti anni fa, e dove non siete più tornati, o al paesello maremmano in collina che avete praticato ogni estate dal 1947 al 1994 senza poi tornarci più, ed ecco: avrete una visione ipotetica di come potrebbe essere cambiato il mondo dopo x decenni dalla vostra morte. Le differenze tuttavia, com'è ovvio, non dipenderebbero dal fatto che voi siete defunti. Ma da moltissime altre cose.

Irrilevanza a parte, ciò che suggerisco è un modo di animare i soliti scenari per mezzo di questo trucco. Vi sentirete un alieno – via, non esageriamo! - uno straniero: soprattutto giù al paesello; o un “uomo invisibile” nell'ambito delle solite vostre strade. Dice: e se qualcuno mi saluta? E' la prova che non siete morti.

Rifletto però che è la mia sospettata irrilevanza a farmi indulgere al descritto gioco. Non è il gioco che rivela la irrilevanza, ma è il contrario: il gioco è un effetto di un mio “complesso” di irrilevanza personale.

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