Il Socialismo e il Giro d'Italia

 Verso la fine degli anni sessanta militavo in un piccolo partito di sinistra insieme ad alcuni amici e amiche fiorentini. Non so più quale iniziativa politica in piazza doveva svolgersi, a cura del nostro partito, nella città di Prato. Tale iniziativa tuttavia non ebbe luogo. Fallì. Durante la riunione che avemmo pochi giorni dopo a Firenze un'amica, o meglio compagna, espresse l'opinione che il partito fosse venuto meno a tale iniziativa perché da Prato quel giorno era passato, "tra due ali di pubblico", il Giro d'Italia, manifestazione che probabilmente, questa l'opinione della compagna, aveva attirato l'attenzione partecipativa di qualche militante del nostro partito più dell'iniziativa politica in programma. I compagni criticati in modo non esplicito da quella mia amica, dirigenti locali e comunque meno giovani di noi, che avevamo circa venti anni, risposero con un silenzio piuttosto seccato, se non scandalizzato. La compagna li aveva di fatto accusati di dilettantismo politico! Alle elezioni del 1968 il nostro piccolo partito fu sconfitto, tant'è che scherzosamente venne ribattezzato come "partito sparito in un pomeriggio" (Psiup). Noi comunque lo abbandonammo al suo destino. L'amica che aveva espresso quell'opinione, rifletto ora, non so avesse ragione: a lei importava poco o nulla del Giro d'Italia, una festa popolare che certo aveva catalizzato l'attenzione della città di Prato rendendo inopportune altre manifestazioni; e neppure a noialtri giovani importava. Il Giro esiste ancora, il Socialismo non pare esser più "in agenda".

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