Un matrimonio

 Letta la scanzonata versione di Aldo Busi del Decameron, due amici decisero di tradurre in italiano moderno i versi dell'Orlando furioso. Non in prosa, naturalmente! Si misero all'opera, ciascuno nella propria stanzetta, logicamente dividendosi il lavoro. Lui il secondo canto, lei il primo, lui il quarto, lei il terzo, e così via. Abitando in località distanti tra loro i due finirono per passare parecchie ore alla settimana lavorando per telefono, ai tempi un apparecchio "fisso" e collegato alla "rete" tramite un filo - ciò sia detto per i più giovani. Ognuno leggeva all'altro - ci si perdoni la formula tutta al maschile - un'ottava nell'originale, quindi passava a leggere la traduzione che ne aveva fatto. Spesso i due, non specialisti della lingua ariostesca, dovevano faticare assai per trovare il modo di sciogliere nodi espressivi anche insolubili, eppur tuttavia non mancavano di farsi grandi risate, non tanto reciproche, quanto riferibili al pasticcio che si erano messi a fare. Passarono i mesi e arrivarono le prime bollette del telefono. Si era ai tempi della vecchia moneta, la lira! Ebbene: a lui venne un conto di novecentomila lirette, e a lei poco di meno. Logicamente quest'ultimo fu un fattore frenante del lavoro, almeno dal punto di vista telefonico. Ripresero, lei e lui, a tradurre l'Orlando furioso ciascuno nella sua stanzetta, in solitudine, tra i dizionari e beninteso le varie edizioni scolastiche del poema, fornite delle indispensabili note esplicative e filologiche. Una volta alla settimana si telefonavano per scambiarsi opinioni ciascuno sul lavoro proprio e dell'altro - a quel punto usavano anche la posta, strumento com'è noto poco affidabile. Benestanti entrambi, esercitavano tuttavia  professioni atte a mantenere le loro esistenze su un livello materiale decente. Detto in breve: erano gravati, lui e lei, da un orario di lavoro. Non avevano, meglio, troppo tempo a disposizione per il loro gioco. Decisero quindi di unire le loro esistenze in un luogo unico, in una casa unica. Infine si sposarono. Il tutto, sia chiaro, all'unico scopo di portare avanti la "traduzione" dell'Orlando furioso. E vissero felici e contenti.

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