Sciopero edicolanti

 Gli edicolanti quella mattina avevano messo in atto una protesta contro i distributori dei giornali e delle riviste respingendo i primi e le seconde al mittente, per cui le edicole erano vuote, ma aperte, infatti gli edicolanti, da anni, ormai vendevano ogni tipo di oggetti. Anche i preservativi? N., molto contrariato dalla mancanza di giornali, chiese spiegazioni, infatti ancora non sapeva ciò che noi abbiamo appena premesso. Nella prima edicola di cui intervistò la gerente N. non riuscì a cogliere materialmente una sola parola, infatti la donna stava occlusa dietro una lastra di materiale plastico trasparente e, forse, parlava a voce bassa. Irritatissimo, N. passò a una seconda edicola. Qui gli dettero le informazioni di cui sopra. L'edicolante uscì perfino dalla sua gabbia e accompagnò N. per qualche decina di metri. Conversando con quel premuroso edicolante N. si lasciò andare al seguente sproloquio: lui se ne fregava di non leggere i giornali, quel giorno, infatti i giornali erano tutti quanti venduti dal primo all'ultimo e facevano parte integrante del Sistema - "con la esse maiuscola", precisò N. ; tuttavia era seccato di non poter avere "la compagnia cartacea" del giornale, di dover rinunciare al "rituale" dello sfogliarne le pagine, di non poterlo chiudere, piegare in due e buttare da una parte per poi in un secondo o terzo o quarto tempo riaprirlo per eventualmente cogliere "qualche riga leggibile"; così s'infervorava N., il quale tuttavia oramai si trovava a parlare da solo lungo un viale privo di alberi e dotato invece di alte costruzioni abitative e commerciali su cui si lavorava - sedotti dallo Stato - di restauro, coibentazione, incappottamento termico e via dicendo. Ma questa è un'altra storia.


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