Vado de prèscia

 Un tipetto - alla nonna non sarebbe piaciuto - perviene all'incrocio a motore spento. Guida una decappottabile bianca piuttosto compatta, bassa, di marca inglese, pare. Mi avvicino incuriosito, difatti anch'io possiedo una decappottabile, ma rossa e di marca nazionale. Mai vista un'auto simile. Iniziamo a scambiarci qualche frase da appassionati di auto d'epoca, ma sulla punta della lingua ho la domanda: perché a motore spento? Infine la pongo. Il tipo - dall'accento direi che ha imparato a parlare nella capitale - mi risponde che la benzina è finita. "Beve", aggiunge. Confidenzialmente mi informa poi di aver finito anche i soldi, per cui gli "presto" cinquanta talleri e gli auguro ogni bene in vista della camminata che lui dovrà fare per trovare un benzinaio. Lo istruisco sul dove e sul quanto lontano si trovi il prezioso distributore. Resta sorpreso, il tipetto, perché si sarebbe aspettato che lo accompagnassi io con la mia macchina, parcheggiata pochi metri avanti e da lui perfettamente ignorata. "Vado de prèscia", gli rispondo.

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