Solitudine

"Nell'oscurità un insonne scorse dalla sua finestra qualcosa di perturbante: giù in strada due figuri stavano uscendo dal retro di un negozio di alimentari a lui ben noto. Furtivi, trasportavano un paio di grosse borse ciascuno, che sembravano colme. Ladri? Ladri, si rispose l'insonne. Chiamò i gendarmi che rapidi - era notte di "coprifuoco", la città era deserta  - acciuffarono i due. Solo in seguito il volontario avrebbe saputo "dai giornali" che il furto aveva avuto come oggetto sessantotto barattoli della più celebre marca di cioccolato spalmabile in commercio nel regno, se non nel mondo intero. Ne parlò con il titolare del negozio derubato: sì,  c'era stato un ammanco di sessantotto barattoli di cioccolato spalmabile, disse distrattamente l'ingrato, che parve per altro non dar troppo credito al racconto del volontario - insonne, amico della proprietà privata, dell'ordine. Questo capita agli onesti ..."

Stavo dettando queste righe quando mi resi conto che l'esecutore, un conoscente, era stanco, per cui lo distolsi dalla pena che in qualche modo mostrava, gli detti un'affettuosa pacca sulla schiena e gli dissi: "lasciamo perdere, per oggi, continueremo un'altra volta". Rispose: "come hai fatto ad accorgerti che ero stufo?" "Eh", risposi toccandomi la fronte, "con questo cervellino qui!". E subito però mi corressi, toccandomi il petto: "no, anzi, è con il cuore che ho sentito la tua stanchezza!", e giù a ridere. Ridevo però solo io. 


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