Il moncone

 Accompagnai mio figlio a visitare la sua nuova scuola, infatti aveva terminato gli studi di base e stava per iniziare quelli superiori. Arrivati all'ingresso del parco antistante la nuova scuola mio figlio mi chiese di lasciargli il piacere della scoperta dell'edificio - s'intravedeva soltanto, e in fondo al parco. Restai da solo. Vidi presto tuttavia un uomo grande e grosso, piuttosto brutale, litigare con due ragazzi dall'altra parte della strada. Era, capii dopo essermi avvicinato, un altro genitore che aveva avuto la mia stessa idea. I due ragazzi, anch'essi molto alti e robusti, erano intanto entrati nel parco, per cui m'intrattenni con il padre. Costui da vicino mi parve molto meno allarmante che non da lontano. Doveva essere originario di una regione del nord est del regno, infatti parlava un dialetto che io stentai a capire, né ciò che lui diceva era del resto molto interessante. Mentre fingevo di ascoltarlo confrontai la piccolezza di mio figlio con la grossezza dei due figli del mio interlocutore, per dir così. Mi si fermò il cuore. Dovette accorgersi che non lo ascoltavo, quell'uomo, infatti mi porse la destra al contempo salutandomi. Gliela strinsi e mi accorsi che era mancante dell'indice e del medio, per cui la mia mano si trovò imbarazzata più di me, in quel moncone. 

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