Resilienza *

Un'impiegata di bontà terremotante sedusse il direttore del dipartimento universitario di studi e ricerche sulla resilienza, dove lavorava. Concedendogli le sue grazie oggi sì, domani no, domani l'altro forse, anzi no, vedremo, lo rese  suo schiavo, ciò che chi legge non troverà certo strano. Gli effetti accademici di tale stato di schiavitù del direttore del dipartimento di SRR (sede: Civitarotta) meritano di essere segnalati, difatti la maliarda divenne vera signora e padrona del dipartimento - e delle carriere accademiche degli studiosi della resilienza. Costoro dovevano strisciare in sua presenza - e ne erano capaci; ma soprattutto non potevano mai contrariarla in merito ad alcuno dei di lei capricci, pena l'immediata comunicazione da parte della maliarda al direttore suo schiavo di mettere in atto le manovre accademiche utili a insterilire la pianta o pianticella della carriera del malcapitato, o della malcapitata. Diversi tentarono di cambiare dipartimento, ma il direttore, ancorché vulnerabile da Cupido, era molto potente all'interno dell'agone accademico nazionale e poté perseguitarli indirettamente - agli ordini della maliarda. 

Nel malaffare universitario, è vero, la maliarda introdusse un che di eroticamente beffardo. Il che non mancò di attirarle qualche simpatia - da parte di chi non la conosceva di persona.

*In psicologia, dice Donna Wiky, la resilienza (...) indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità

Sfortunato l'onesto, ancorché bislacco, termine "resilienza" : è stato strappato al campo degli ingegneri cadendo in mano ai facitori di fanfaluche. Gli studiosi di cui narra la mia storiella erano ingegneri.

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