La fotocopia

Una donna, morto il marito, iniziò a mettere ordine nelle carte del defunto. Un giorno, meschina, trovò tra i numerosissimi documenti di varia natura una fotocopia di una lettera che il defunto aveva scritto ad un amico; in essa la vedova lesse che il marito asseriva di aver amato un'altra donna, anzi: che quest'altra donna, misteriosa, era stata il "vero amore" della sua vita. 
E' da credere che il defunto avesse spedito la lettera all'amico, per quanto non sia certo (era morto anche l'amico), comunque se ne era assicurato una fotocopia, ciò che alla vedova dette la certezza dell'importanza del contenuto della lettera stessa. Chissà, potrebbe invece, il defunto marito, essere stato un appassionato collezionista di ogni suo proprio scritto, se non addirittura essere stato in fondo desideroso di far sapere alla moglie che lui ecc. ecc.
Comunque: fin lì la donna aveva ritenuto di essere (stata) lei il "vero e grande amore" del marito, ragion per cui sentì che ora le mancava non solo il marito, ma anche il terreno da sotto i piedi, e cadde nella disperazione, accresciuta quest'ultima dal fatto che era divenuto impossibile saperne di più dal marito. 
Un'amica le suggerì di cercare l'inopinata rivale, tuttavia la vedova preferì rifarsi a un cosiddetto professionista dell'aiuto, insieme al quale intraprese una sorta di processo di restauro del lutto, danneggiato dalla micidiale scoperta.
Non solo: quasi dal primo giorno della "rivelazione" la vedova aveva tenuto un diario, il quale logicamente, dopo l'inizio del restauro del lutto, si arricchì in qualità e quantità, fino ad acquisire il peso di un vero e proprio libro.
Il libro venne pubblicato e riscosse un buon successo, sia di critica sia di pubblico, ciò che indusse la vedova a diventare una stimata autrice, quale oggi essa è.

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