Magia del camice bianco

Da ragazzo un'esperienza gli aveva segnalato strani possibili esiti: in una bottega di barba e capelli, come ai tempi si diceva, il titolare gli aveva improvvisamente lasciato il posto - torno fra un'ora, fa' tu - aveva detto. Non so tagliare i capelli, né so usare il rasoio, si era difeso il ragazzo. Non importa, aveva detto il titolare, intanto basta che gli lavi la testa, prendi tempo, poi arrivo. 
Da giovane cresciuto pensò d'ingrandire l'esperienza descritta, prodottasi senza scosse: era bastato il camice bianco a placare la clientela. E due lavate di capo. 
Ricordate "Il marito della parrucchiera", un film di tanti anni fa con la Galiena e Rochefort? Tipo.
Si finse stavolta otorinolaringoiatra, medico laureato, documentato, bussò a diversi gabinetti medici. Otorino, otorino, sibilava nel corridoio, tra i pazienti in attesa, attirandoli poi in una stanzetta che la direzione, credula e però avida, gli aveva affidato - per prova. 
Di nuovo, magia del camice bianco. 

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