L'esiliato

Lo scrittore francese Louis Delourdes, perseguitato in patria a causa di alcuni suoi scritti satirici che non erano piaciuti ai vincitori della seconda guerra mondiale ed ai loro reggicoda, riparò verso la fine degli anni cinquanta in Italia, apprendo oggi leggendo una sua biografia, precisamente nella mia città, dove visse in incognito fino alla morte, insieme alla moglie. Mi è stato facile collegare questa informazione, che mi riempie di orgoglio (ma pensa, il grande Delourdes presente nella nostra cittadina!), con i ricordi di vicinato che conservo in merito alla mia residenza giovanile nel quartiere della Quercia. 
Orbene, ad un tratto di faccia a dove noi abitavamo, al quarto piano, si trasferì uno strano personaggio in compagnia di una curiosa, appariscente femmina, che molto scandalo suscitarono nei miei poveri genitori, e non solo: il grande balcone che si offriva in basso alla nostra vista, in breve fu trasformato, da quei baccani, così mio padre, in una sorta di soggiorno levantino adorno di divani, cuscini, tappeti, invero dai colori tenui, dove quello strano personaggio trascorreva le sue giornate senza far nulla, così mia madre, solo di rado insieme alla donna che i miei poveri genitori in fretta avevano etichettato come una megera. Costei appariva di tanto in tanto agghindata morbidamente dai piedi alla testa, oggi direi mediorentalmente - ai tempi mi limitavo a guardarla ed a guardare lui. Che era, oggi indovino, il grande Louis Delourdes. Ascoltava le trasmissioni radiofoniche che, forse a stento, riusciva a captare dal suo Paese.

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