Mescita

Sono tornato in questi giorni, durante un viaggio in automobile, nel paesello dove trascorrevo le vacanze da bambino e da ragazzo e dove tutti mi conoscevano, facendo parte io del posto, come fossi un ponte o un tabernacolo, e sono entrato nella mescita, stupito del fatto che ancora esista un luogo del genere. Come dice la parola erano locali dove si mesceva vino bianco o rosso, e si passava il tempo giocando a carte, chiacchierando, c'era qualche tavolino, qualche sedia, e il banco del vinaio, coperto di stagno, con i bicchieri allineati - con la parte aperta sul piano di stagno. 
Entro e mi si riconosce, mi si fa festa, la padrona, vedo, mi prepara una mescita di vino acqua e uva, io taccio, piuttosto imbarazzato. Non credevo che mi si sarebbe riconosciuto, dopo tanti anni. Mi si chiama per nome, si rammentano i tempi andati: "avevamo te, noi, e il culo", dice qualcuno, "ora il culo lo diamo!"

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