Salsedine

L'amico B. mi racconta di essere andato al mare a passare un paio di giorni nella casetta di una sua conoscente; "sai chi?" m'informa, "quella ragazza che ti sorride da dietro il banco"- l'amico intende uno sportello dell'agenzia bancaria dove lui lavora - la bella è sua collega - Norina, ecco, si chiama Norina. 
L'amico B. ha accettato l'invito, speranzoso, ed ha trascorso la nottata insonne, incapace di prendere iniziative, impaziente del resto che le prendesse lei. Di modo che al mattino, ancora eccitatissimo, è uscito dalla sua camera per capire se lei dormiva ancora, per svegliarla, dice, come intendendo che da cosa nasce cosa. "Sapessi in che stato mi trovavo." Non saprei, rispondo. Ma intuisco.
"Non  mi stava più dentro i pantaloni del pigiama!"
Norina era sveglia, affacciata alla finestra di camera sua stava piacevolmente chiacchierando con una vicina ed il marito di lei: di salsedine. 
Di salsedine.
L'amico B. è rimasto sulla soglia della camera da letto di Norina, ed ha udito per diversi minuti alcune variazioni sul tema della salsedine, tipo la fortuna di non aver lasciato auto, moto o bici ferme tanto vicino al mare, infatti queste care risorse indispensabili s'arrugginiscono sempre - fai ritorno dopo qualche tempo le ritrovi arrugginite. E' la salsedine.
Norina e i suoi vicini sono restati a parlare di salsedine, l'amico B. è passato in cucina e si è fatto il caffè, ha bevuto il suo, corretto con uno schizzo di Mistral. "E aspetta aspetta, ho bevuto anche l'altro."

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