Che ti prende, caro?

Se da giovane ti arrabbiasti perché un meccanico ti aveva restituito la macchina riparata ma senza più ruota di scorta, adesso da adulto gustati questa: finita una vacanza in albergo, tu e la famiglia scendete in garage e chiedete l'auto per fare il viaggio di ritorno, ma non ti danno la tua, cioè, credono che sia la tua, ma non lo è. Allora che fai? Ti arrabbi, t'indigni, ma poi ti fa notare, il garagista, che la targa è quella, i documenti si riferiscono a te - "che le prende signore?"
"Che ti prende, caro?" chiede tua moglie, mentre tuo figlio, il piccolino, si mette a piangere, impaurito dalla rabbia del padre, cioè dalla tua rabbia.
Sei costretto a far buon viso al malo gioco, a prenderti quell'auto piccola, sporca, piena di graffi, blu, figurati, ed a partire, mentre tua moglie tace mordendosi le labbra, e tuo figlio dopo un po' ti dice: "Babbo, ora ci si ferma, così ti prendi un bel cappuccino e poi stai bene di nuovo."

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