Cenere

La compagnia di cui faccio parte visita questa città straniera dove prevale il color cenere. Perfino sulla pelle degli abitanti. Non dirò che procediamo in fila, formiamo un piccolo corteo abbastanza disordinato. Per passare sotto uno stretto arco, poco più di un pertugio nella muraglia che, ci hanno detto, protegge la parte antica della città cinerea, dobbiamo in effetti metterci in fila per due, ed io mi trovo tra gli ultimi. Mi tolgo la giacca e l'appoggio sulla spalla destra. Una volta uscito dall'altra parte, vedo che i miei compagni di viaggio confabulano raggruppati, non sanno quale strada prendere, ma insieme sono colpito dal sopraggiungere di una fila di abitanti del posto, da destra. Li riconosco dal loro colore, in realtà sembrano minatori appena usciti da un pozzo. Ad uno di questi faccio per domandare  informazioni, è un giovane magro che mi guarda, senza rispondere mi toglie la giacca dalla spalla e seguita il suo cammino. Soltanto per un attimo rimango sorpreso, poi inizio a seguire lui ed i suoi concittadini protestando, mi avvicino e allungo le mani sulla mia giacca, il ladro fa resistenza, mi trascina non so dove, voltandomi verso i miei già li vedo lontani. Intanto che c'infiliamo nella città antica, mi sorprendo a pensare che il ladro non sa la mia lingua, che tuttavia questo non costituisce un ostacolo: lui sa benissimo che cosa voglio.

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