Evaristo Carriego

Non bisogna credere che il calcio professionistico impedisca ad un giovane dotato di portare a termine i suoi studi ed anzi d'intraprendere la carriera di ricercatore in ambito scientifico. Esempio luminoso di una simile gioventù ad un tempo sportiva, professionale e vogliosa di sapere, fu il calciatore argentino Evaristo Carriego, centravanti adorato dai tifosi della squadra della nostra Capitale, un ragazzo che io ebbi il piacere di conoscere e di frequentare nella sua qualità di brillante allievo nella Facoltà di Geografia. 
Il Carriego era un giovanottone apparentemente più adatto al Rugby che non al Calcio, tuttavia aveva scatto e corsa, non si dice dribbling (sarebbe offendere il lettore competente, che ben lo sa), pari a quelli d'un trottolino allora assai noto come lo svedese Kurt Hamrin. Incredibile, il Carriego! A grappoli, ne segnava, di goal. Né si faceva mancar nulla in fatto di muchachas - eppure studiava, e com'era bravo in Geografia! Gli mettevate sotto il naso una cartina muta dell'Asia e lui zac, a colpo sicuro poneva l'indice là dove sta Ulaanbaatar. Più avanti, un poco appesantito, verso il termine della sua carriera agonistica, fece ritorno in Patria e da ultimo divenne professore di Geografia a Bariloche, località sciistica andina. 
Il suo esempio serva da sprone ai ragazzi che oggi intraprendono la carriera calcistica. 

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