Spumante

La clinica psichiatrica dove fui ricoverato all'incirca quaranta anni or sono mi ha visto transitare pian piano dalla condizione di malato a quella di collaboratore tuttofare, si può dire che ho realizzato una certa qual carriera. Negli ultimi dieci anni pur non dimettendomi la Direzione mi ha concesso di muovermi nei reparti e di rendermi utile, come ho accennato, in modo vario. Naturalmente ho stretto molte amicizie, anche qualche inimicizia, ma oggi, giorno della mia dimissione (sono infatti troppo vecchio per restare nella clinica, semmai sarei buono per l'ospizio), non voglio ricordare che le cose buone. E' stata organizzata una festicciola tutta per me, e sono presenti tutte le persone, quelle che contano e quelle che non contano. Le prime fanno gruppo a sé. Salutati i poveretti come me, gl'infermieri, gl'impiegati, promesso che ci rivedremo (naturalmente ciò non avverrà), mi dirigo sorridendo verso le persone che contano. Questi signori a loro volta mi sorridono, non senza la tipica ironia che li contraddistingue quasi fosse un tratto professionale, mi si rivolgono dandomi del tu, non più del lei, sollevano il bicchiere di plastica bianco colmo di spumante verso di me, mi augurano buona fortuna. Io non bevo spumante, però. 

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