Omissione di soccorso

Un'auto nera gareggia grazie all'abilità del pilota con un'altra dello stesso colore, ma più potente, che approfitta di un lungo rettilineo per allungare, sennonché arriva troppo veloce alla curva verso sinistra che si trova in fondo al rettilineo, frena e s'intraversa. Il pilota dell'auto meno potente rallenta e vede la rivale occupare con il retro la corsia sbagliata raddrizzando però la sua direzione di corsa, intanto che un camion spunta dalla curva. Mentre l'auto rivale scompare dietro la curva il pilota dell'auto meno potente, avanzando, vede il camion sbandare e uscire di strada. Sotto la strada c'è uno spazio scosceso dove il camion sparisce. Né il pilota dell'auto più potente né l'inseguitore si fermano per vedere che cosa sia successo alla persona che si trovava alla guida del camion, e continuano la loro corsa. Tuttavia non gareggiano più. Entrambi, forse, sono alle prese con la loro coscienza, o meglio: la loro coscienza è alle prese con il loro egoismo. Il pilota dell'auto più potente sa di aver provocato la perdita del controllo da parte del guidatore del camion; il pilota dell'auto meno potente sa di aver provocato l'eccesso di velocità dell'altro e di essere quindi a sua volta responsabile dell'uscita di strada del camion. Entrambi dopo poco iniziano però a pensare che forse anche il camion procedeva troppo veloce, ed il loro disagio scema. Perdono il contatto reciproco a bella posta, ma si ritrovano più tardi in un'area di sosta, si individuano reciprocamente mentre scendono dalle loro auto; entrano nel bar, ma si guardano a mala pena. Tacciono. Consumano la loro bevanda distanti.

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