La madre del poeta

Sapendomi letterato, la madre del poeta emergente della nostra città mi ha chiesto di partecipare alla presentazione dell'ultima raccolta di poesie di suo figlio, o meglio, lo ha chiesto a mia madre, sua vecchia amica. Mia madre mi ha brevemente accennato all'evento ed ha lasciato il libretto del poeta sul mio tavolo, dove in breve tempo è però rimasto celato sotto fogli, fascicoli ed altri libri. Da ultimo mi ha ricordato che domani ci sarà la presentazione, ma com'è naturale io non ho neppure aperto il libretto del poeta, figlio della vecchia amica di mia madre, Lella. Mentre cerco di orientarmi nella poesia di questa giovanissima promessa saltando da un verso all'altro, da una pagina all'altra, giusto per avere, domani, qualcosa da dire quando sarà il mio turno di prendere la parola, sbuffando, mi accorgo all'improvviso che la Lella sta arrampicandosi sul glicine che sale lungo casa nostra, sta afferrandosi alla balaustra del balcone della mia stanza, ed infine sta entrando nella mia stanza, per la verità aiutata da mia madre, accorsa a causa del forte frusciare del corpo della Lella sul povero glicine. La Lella è una piacente signora dai capelli corti e ricci, forte di zigomi e dotata di labbra pronunciate, alta, com'è ovvio atletica; entra senz'altro nella stanza dove io ero intento a rendermi pratico della poesia di suo figlio, insieme a mia madre, e subito mi abbraccia sussurrandomi parole che indicano il suo piacere di avermi incontrato dopo tanto tempo. 
Incontrato!

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