Baldoria

Una famiglia proveniente dal vicino regno di Baldoria ha da qualche mese acquistato la parte fin qui rimasta sfitta dell'edificio che noi abitiamo. Costoro hanno provveduto ad aprire un ingresso nuovo, chiudendo quello vecchio, che si trovava accanto alla nostra porta. Si è trattato di lavori effettuati in fretta e senza alcun nostro disturbo. Al termine di essi i nostri vicini, che parlano bene la nostra lingua, e sia pure con l'accento tipico dei baldoriesi, hanno organizzato una festa con una quantità di loro connazionali. La festa, logicamente allargata al prato che circonda l'edificio da noi fin qui abitato in solitudine, si è protratta all'incirca per dodici ore, terminando attorno alle sette del mattino, tra bevute, mangiate, balli e canti suonati da un'orchestrina baldoriese. Ai gendarmi da noi chiamati sul posto verso le due del mattino affinché ponessero termine al chiasso, i nostri nuovi vicini hanno offerto dolci di Baldoria; hanno quindi senza indugio invitato i militi ad unirsi alla festa, presente devo dire un considerevole numero di avvenenti fanciulle vestire con abiti dell'antica Baldoria. Alle otto del mattino, insonne, ho intravisto l'indefesso capo famiglia dei vicini uscire per recarsi suppongo al suo lavoro. L'uomo, mio coetaneo, mi ha salutato con il tipico gesto dei baldoriesi.

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