I sani sono dei mostri

Il nonno iniziò a dare segni di squilibrio quando per mezzo di una macchinetta che a me da bambino pareva uno strumento da tortura scoprì la sua calvizie, fin lì dissimulata dalla lunghezza un po' da artista dei suoi capelli. Dico scoprì in senso proprio, infatti la rapa che il nonno si era inflitta gli mostrò, con la complicità degli specchi di casa nostra - a differenza di noi familiari - alquanto impudenti e veritieri, che sulla testa ne aveva oramai pochi pochi. Decise e proclamò subito che se li sarebbe fatti ricrescere, ma nelle more aveva iniziato a sentire freddo su quella sua amata zucca, ciò che cercava di combattere tenendo berretti di varia foggia sulla medesima. Con il risultato che una notte, indemoniato a causa del prurito che la cute gli stava dando, forse a causa della sua occlusione prolungata per ore e ore, il nonno pretese di farsi un bello sciampo riparatore, così lui. Era tardi, lui starnutiva da giorni, noi costernati e, come succede, increduli, già ammiccanti ad una certa qual demenza senile e così via. I sani sono dei mostri, si dirà. Forse, forse. La persona che aveva ascendente sul nonno e che gli voleva più bene lo convinse del fatto che un bello sciampo di notte avrebbe certo giovato alla potenza del raffreddore, non a lui, e gli praticò una lunga frizione con un paio di panni spugnosi inumiditi con acqua bollente, poi asciugandogli quei cortissimi capelli con il fon. Poche decine di minuti dopo il nonno prese a dormire, e la mattina del giorno seguente, ricordando le sue bizze, ci scherzò sopra. Noi credemmo che questo fosse segno di sanità, ma ci sbagliavamo.

Commenti