Una iena

Quando mio nonno era giovane, andava di moda l'analisi, voglio dire che alcuni intellettuali di varia qualità perfezionavano la loro complessità mentale per mezzo di incontri con altri intellettuali di livello vario, dottori in qualche disciplina, spesso non medici, non psichiatri, che tuttavia si facevano pagare molto denaro per alcune decine di minuti di loro testimonianza passati in una stanza - la rima è voluta. Orbene, mio nonno mi ha di recente raccontato che una volta gli era passato di mente l'appuntamento con l'analista, una signorina assai vivace, e che tentò di recuperare il tempo mettendosi a pedalare come un forsennato verso il centro della città, dove la signorina aveva il suo studio al piano nobile d'uno splendido palazzo sul fiume Arno. Per far prima prese contromano una via a senso unico, ragion per cui si trovò a dover schivare le auto, le moto e le bici che incontrava in quantità, uscenti dal centro. Ad un tratto al nonno si parò davanti un autobus da destra e il nonno ci urtò con violenza sopra, fracassando la forcella della sua bicicletta. Dovette fermarsi e render conto ai convenuti rappresentanti della legge della sua condotta colpevole. Giovane e stolto (parole sue) tentò di giustificarsi con l'argomento che aveva un incontro immancabile con l'analista, ma i rappresentanti della legge non gli dettero alcuno spago. L'incontro comunque era perduto, i quarantacinque minuti in cui esso sarebbe consistito, tuttavia, restavano da pagare, infatti: "seduta fissata, seduta pagata". Poche erano le regole che mio nonno e i suoi coetanei ai tempi rispettavano, tra queste la suddetta. Del resto la signorina analista era una iena, conclude il nonno.


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