Visita al nuovo parco.

Rotto ogni indugio, mi reco a visitare il nuovo grande parco che l'Amministrazione della Contea ha realizzato non lontano da A. Arrivo molto presto in treno, poi prendo un tram e finalmente posso vedere con i miei occhi il parco. Consiste in due grandi, larghi e lunghi prati paralleli, l'uno si trova assai più in basso dell'altro, collegati tra loro da diverse scalette assai ripide, noto, mentre mi dico che mai e poi mai alla mia età avrò il coraggio di scenderne una: oltretutto sono prive di ringhiera! Nella parte alta del parco, quella dove si accede dall'ingresso, ancora non c'è nessuno, se non un cane, il cui padrone si trova nella parte bassa, e chiama la bestia, che, non diversamente da me, non ha nessuna intenzione di scendere. Fido qua! Fido qua! Tento di comunicare con questo altro visitatore in merito al suo cane, ma la distanza non consente di capirsi. Il cane del resto mi ignora, quindi continuo a camminare sul prato guardando di sotto l'altro prato, fino a quando non trovo che esiste un ascensore che permette ai pigri, ai vili ed ai disabili di passare senza fatica da un prato all'altro. Si tratta di una costruzione che la Contea ha voluto far realizzare secondo le indicazioni del famoso architetto russo Berija, ispirata ai luna park di una volta, questo il motivo per cui io ho tardato a comprendere che invece essa è solo l'ascensore. Nel frattempo, il giorno è festivo, diverse persone sono arrivate e com'è ovvio sono in attesa del loro turno per salire o per scendere. M'intrattengo con l'addetta all'ascensore, che m'informa del prezzo della discesa (nel mio caso): fanno otto talleri. Ecco perché l'ingresso è gratuito, replico. Certo, precisa la giovane, quasi nessuno sale o scende le scalette, che invece sono la vera attrazione del parco pensata da Berija. Ma anche questo ascensore è molto attraente, dico io strizzandole l'occhio. Che fare? Infilarmi nella cabina per passare di sotto? Otto talleri. 
Ne valeva la pena. 
Tornato in città mi colpisce il vuoto dei viali, li attraverso liberamente con in mano la padella che ho acquistato nella rivendita situata in corrispondenza con l'uscita del parco. Mi ero dimenticato: si entra da un ingresso, si esce da un'altra parte, obbligatoriamente.

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