Sumo

Mio nonno aveva a sua disposizione un piccolo appartamento che gli aveva lasciato in eredità sua nonna. Oramai molto anziano, tendeva a dimenticarsi di quel piccolo appartamento dove in effetti lui non abitava da decenni, ma di cui logicamente aveva le chiavi. "Cosa sono queste chiavi?" - domandava mio nonno a se stesso oppure ai suoi famigliari quando se le trovava in mano, prima di ricordarsi che erano della casetta di Porta Romana, o prima che noi, i suoi famigliari, glielo ricordassimo. Dunque, una o due volte ogni anno mio nonno si recava in Porta Romana e dava un'occhiata al suo piccolo appartamento, che logicamente soffriva un po' di abbandono. Un giorno tornò a casa nostra piuttosto agitato e ci raccontò che finalmente aveva scoperto chi si approfittava di quell'appartamento sempre vuoto. Questa la sua teoria, che noi gli contestavamo in nome del nostro perbenismo, come diceva lui. In una delle stanze affacciate verso la collina di Bellosguardo aveva trovato un tipo intento ad eseguire degli esercizi ginnici, "mezzo nudo", precisò mio nonno, che aggiunse: "sembrava uno di quei lottatori molto grassi giapponesi. Naturalmente gli ho domandato che cosa ci faceva lì in casa mia", ci disse il nonno. L'intruso non aveva risposto, invece aveva appoggiato una scaletta alla parete, era salito fino ad un paio di metri di altezza, quindi aveva premuto con entrambe le sue manone sul muro ed aveva aperto un grande sportello che dava in tutta evidenza logica nell'appartamento contiguo, ed era scomparso. Lo sportello, una volta richiuso, era divenuto invisibile. "Sapete che ho fatto? Sono sceso giù in piazza, ho cercato e trovato un negozio di ferramenta ed ho comprato il necessario", disse in fretta il nonno, che aveva poi avvitato al muro di quella stanza un paio di sbarre in corrispondenza con lo sportello "invisibile". "E il trapano?" - gli chiedemmo. "Me lo sono fatto imprestare dai vicini." Uno di noi andò poi a verificare senza avvisare il nonno. Trovò le sbarre ben fissate al muro, ma nessuna traccia di sportelli od altro atto a lasciar passare un grasso ginnasta.

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