Rossese

Attratto dalle calde luci di un nuovo locale, edificato a poca distanza dal centro della piazza principale della nostra cittadina, consacrata all'Indipendenza, non esito a salire con la mia fuoristrada sulla piattaforma che fa da fondazione al nuovo locale, che è una mescita di vini assai pregiati - forse dovrei spiegare ai più giovani che cos'è una mescita, ma credo che l'accenno ai vini lo riveli. Logicamente la sosta nell'area del nuovo locale, Indi, ligneo, finestrato assai, luminosamente caldo, caldamente luminoso e così via, è vietata, tuttavia mi dico che in nome della novità, forse addirittura dello spirito d'inaugurazione del locale, il mio parcheggio scorretto non darà troppo nell'occhio, né troppo fastidio. Scendo dalla mia fuoristrada e vado al banco dove mi faccio servire un calicetto di vino Rossese. Mentre bevo alcuni energumeni spingono la mia fuoristrada fuori dalla piattaforma, subito corro ai ripari ed ululo contro questo vero sopruso, gli grido di fermarsi, agli energumeni - ma chi vi dà il diritto? Mi replicano rudi che se tutti facessero come me il nuovo locale, Indi, nemmeno si vedrebbe più, infatti sarebbe sommerso dalla lamiere, precisano. Però, penso io mentre contendo agli usurpatori il governo della mia fuoristrada, costoro san parlare! Sono energumeni diplomati, penso, sono ambientalisti raccomandati dal comune? - intanto continuo a contendergli il governo della mia fuoristrada: si tratta di una tensione molto fisica per la conquista dello sterzo, utile a manovrare l'auto, che ha il motore spento - a spinta. Divincolandomi tra gli energumeni m'infilo nell'abitacolo e caccio la chiave nel quadro per avviare il motore, ma uno di loro mi strappa di mano la chiave e la scaglia nella vasca vicina, tra i pesciolini rossi e le foglie morte, c'è da credere. Soddisfatti ora se ne vanno, ed a me non resta che spingere da solo l'auto, ciò che faccio non senza qualche successo, in un luogo dove lasciarla in sicurezza - mentre com'è ovvio penso al ripescaggio della chiave. Spingo, spingo, da ultimo infilo la mia fuoristrada in un vicolo prossimo alla piazza dell'Indipendenza, per fortuna si tratta di un budello che presenta una pendenza a mio favore - devo dirlo? E' in lieve discesa. Balzo con tutta l'agilità che i miei anni mi consentono dentro l'abitacolo, ma non abbastanza svelto da impedire che l'auto si cacci, anzi, s'incastri tra le pareti del vicolo o budello. Nemmeno uscire posso, ora come devo fare? Serpeggio fino al bagagliaio ed esco dal portellone posteriore: ora noto due agenti della polizia municipale che con calma avanzano verso di me. Alle mie spalle, com'è ovvio, sta l'auto, bloccata dalle pareti del vicolo.

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