Isteria borghese

Il periodico trotzkista cui collaboro mi nega la pubblicazione di un articolo. "Ma come?" - domando ad un redattore che mi riceve, per così dire, sulle scale che portano al giornale. "Ma come? Avete cestinato il mio contributo alla discussione sulla lotta degli insegnanti di sostegno? Che razza di compagni siete ?"
"Siamo comunisti", risponde il redattore, che, ora noto, regge con la sinistra il manico di un grosso secchio d'acqua. "E non pubblichiamo articoli che manchino, come il tuo, dei parametri minimi di una concezione di classe - della lotta nella scuola."
"Ma io", replico, anzi, sto per replicare, infatti il redattore solleva con entrambe le mani il secchio pieno d'acqua e me ne versa una parte in testa, ciò che gli risulta agevole per il fatto che mi trovo su uno scalino inferiore rispetto a lui. "Ma cosa fai?", grido. Al che lui mi versa in testa con precisione un altro po' d'acqua. Dopo di che dice: "Vedi compagno, tu devi moderare il tuo linguaggio, che appartiene all'isteria borghese. Noi dell'isteria borghese non sappiamo che farcene."

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