Overdose di pastasciutta.

Quando mia moglie esagera le dosi e scodella una quantità eccessiva di pasta, per esprimere la mia disapprovazione io chiamo ironicamente una serie di persone affacciandomi alla finestra: Ludovica! Franco! Ferdinando! Lucia! Giulia! - grido nel vuoto della campagna. Orbene, oggi, ai nomi gridati, beninteso a caso, mica gli stessi ogni volta, sono corrisposte delle persone vere. Costoro, sei adulti con il seguito di tre bambini, hanno fatto irruzione in casa nostra, si sono messi a tavola ed in breve, spazzolata via la pastasciutta, hanno saputo trasformare in cagnara quest'angolo di quiete tra campi e colline. Si aggirano dappertutto, fanno e disfanno, io ammutolito cerco di seguire l'evoluzione della cagnara, o se volete canizza, sono il cinghiale della situazione, corrichio qua e là; intanto i bambini, uniti a nostro figlio, sono riusciti per un loro gioco ad oscurare, ad est, verso la collina, la luce stessa del sole, di modo che soltanto ad ovest, a nord e a sud c'è ancora quel bel bagliore che tanto mi conforta. Mi volto verso l'interno per chiedere spiegazioni, e vedo uno degli invasori che sta caricando una colossale caffettiera; per fortuna non è la mia napoletana, noto, mentre la mia attenzione viene attirata da una scatola di alluminio che l'invasore ha lasciato appoggiata sul piano accanto ai fornelli. La apro e vedo che il caffè di costui contiene dei pezzetti di cioccolato che hanno la forma di piccole lettere dell'alfabeto allungate. Non posso negare, a questo punto, la mia curiosità in merito al risultato di questa mescolanza tra polvere di caffè e pezzetti di cioccolato, e mi metto ad aspettare che la bevanda dell'invasore sia pronta.

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