Il reduce.

Molti anni sono trascorsi da quando, una notte, fui visitato senza preavviso. Stavo dormendo con la finestra aperta, mi svegliai, guardai i vetri, e subito dopo entrò nella stanza, dal balcone, un uomo. Spaventato da questa novità, io mi alzai dal letto e mi accinsi ad affrontare il probabile ladro. Nell'oscurità non capivo bene chi avessi davanti, ma riconobbi la voce di quest'uomo, apparteneva a qualcuno che io conoscevo. Sì, disse, sono un ladro; sapete, signore, con la fine della guerra civile molti come me si sono trovati senza occupazione, ed hanno conservato le loro armi; chi si dedica al contrabbando, chi organizza e realizza rapine; io faccio il ladro a domicilio, concluse. Già, replicai, mentre stavo tentando di capire di chi precisamente fosse quella voce; già, ho letto anche un bel racconto pubblicato da uno di Voi signori reduci della guerra civile, un famoso scrittore piemontese, credevo che fosse inventato, ma ora vedo che invece era fedele.
Nel frattempo il ladro e io stavamo dirigendoci verso la cucina, che  si trovava nella parte opposta del mio appartamento. Entrando in cucina sfiorai la gatta, realizzando che lei non era affatto spaventata dall'estraneo, anzi, si strofinava a coda ritta contro uno stipite della porta. Avevo intenzione di offrire un caffè al mio strano ospite, ma lui osservò che non c'era il tempo, che l'alba si approssimava, e che lui avrebbe dovuto già essere in strada, pronto a ritornare alla base. Bene, dissi, e il furto? Il furto, rispose il ladro, era già terminato prima che Voi, signore, Vi accorgeste della mia presenza.

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