Arte dei Giardini Mentali.

Il giovane assistente S.C. - fornito fin qui di sicuro avvenire - riceve un invito dal suo capo, ci scusiamo di usare un termine tanto brutale, sì, ma corrispondente al linguaggio degli assistenti universitari; un invito a trascorrere il finesettimana nella grande casa di campagna che il capo possiede in una delle più rinomate contee dello Stato. Il giovanotto, per la verità ormai ha i suoi bravi trentacinque anni, accetta - e come potrebbe non farlo? La casa consta di due ali, all'estremità della più estesa si trova la magnifica stanza-studio del capo, un uomo che potrebbe avere circa sessant'anni, noi non sappiamo: l'intera storiella ci è stata raccontata in fretta da uno dei numerosi invitati e concorrenti accademici del giovane S.C. Il nostro informatore ci ha descritto con poche parole la stanza-studio del capo del Dipartimento di Arte dei Giardini Mentali (DAGM): si tratta, se abbiamo capito, di due ambienti separati da un largo passaggio in forma d'arco; nel primo ambiente si trova una romantica scrivania, così il nostro informatore, un paio di comode sedie a braccioli ed una non piccolissima libreria ricca di volumi inaspettati, dice l'informatore, come l'elenco telefonico in due volumi della Capitale dello Stato ed una collezione della rivista mensile House & Garden; nel secondo, oltre ad ogni conforto anche d'epoca, riportiamo le parole dell'informatore, un grande letto a due piazze, dove il capo del DAGM induce numerosamente e conclamatamente ad amori accademico-adulterini le sue allieve predilette, alcune delle quali oggi sono divenute a tutti note per aver percorso talune le scienze, altre le arti - è l'esito degli studi d'Arte dei Giardini Mentali, del resto.
Stavolta il capo del DAGM ha invitato nella sua casa, insieme agli altri, una nuova fanciulla di cui, come il nostro informatore si limita a dire, si sarebbe fortemente incapricciato. Durante una pausa, mentre la dozzina di ospiti del capo si riposa nelle varie camere, o nel salone sito nell'ala piccola della casa, delle fatiche accumulate durante il seminario del mattino - finesettimana sì, ma di lavoro -, il nostro eroe, ci riferiamo al giovane S.C., armato come suo solito di quaderni, penna, fogli e foglietti vari, si spinge impavido fin dove si trova la stanza del capo allo scopo di intrattenere la suddetta intelligentissima fanciulla su un punto controverso saltato fuori durante il seminario del mattino. Ritiene il nostro che la bella si trovi lì, e lì la trova seduta comoda su un divanetto prossimo alle due piazze di cui sopra; senza indugio, così è fatto il nostro, dice l'informatore, la interroga su qualcosa che noi, semplici raccoglitori di storielle, davvero non possiamo neppure immaginarci, tanto grande è lo specialismo che circola nel DAGM.
La bella intellettuale non manca di rispondere con gentilezza al nostro eroe, peccato che ora giunga sul posto, da un vicino bagnetto, il capo, che intende concretizzare la pratica, a quanto pare lui usa dire così, inerente l'accesso completo alle indubitabili grazie della fanciulla. Non sono parole nostre, ma dell'informatore. Nei limiti delle buone maniere, che il capo del DAGM non varca mai, il nostro eroe, S.C., viene buttato fuori dalla stanza del capo, e senz'altro invitato a lasciare la casa medesima, eppure siamo soltanto al sabato pomeriggio. Il nostro informatore aggiunge, ma è pur sempre un concorrente del nostro eroe, che il futuro di costui è segnato.

Commenti