Una mela renetta.

Un inserviente dotato di strani stivaloni di gomma porta due pacchi di cibarie, ha le mani occupate, gli apro il portone e lo faccio entrare prima di me nella mensa aziendale, mi avvicino al tavolo dell'usciere che finge di non riconoscermi, gli mostro la mia tessera, ma lui ridacchia guardando da un'altra parte. "La sezione parassitaria dove Lei lavorava, caro Signore" - "come sarebbe 'dove lavoravo'? Io ci lavoro da anni!" - "mi faccia finire, caro Signore, la sezione parassitaria dove Lei lavorava è stata chiusa per decisione della Direzione" - le maiuscole si notano da un tremito aggiuntivo del gozzo dell'usciere, che continua a guardare da un'altra parte, esattamente verso una finestra aperta sulla via, da cui entra un baccano infernale - è stata chiusa per decisione della Direzione durante l'assemblea dei Signori Capi di sabato scorso". "L'altro ieri?", domando io rimettendomi in tasca la tessera. "Esatto, l'altro ieri: quindi Lei, caro Signore, non ha più diritto a pranzare in questa mensa, anzi, La prego di consegnarmi la tessera che Lei ha or ora infilato in tasca."
Allora mi volto con una piroetta, e scappo dall'atrio, apro il portone e mi getto nella via. La tessera mi servirà per sostenere le mie ragioni. Sezione parassitaria? E' vero che stamani non mi sono recato sul lavoro, ferie arretrate, forse lì avrei visto la lettera del mio licenziamento, ma non importa. E poi la tessera mi è cara, tutta grinzosa com'è mi ricorda i miei anni passati nell'Azienda. Sezione parassitaria? Ma come si permette, questo usciere gozzuto?
Che fare? Imparo a cucinare? Vado dai cinesi in piazza dei Cocci? Dagli indiani in via degli Autisti, o mangio una mela renetta e via?

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