La sfida.

Nella bottega stazionavano di pomeriggio giovani sfaccendati, mentre il titolare e il suo sottoposto lavoravano alla riparazione di piccoli o grandi guasti meccanici causati alle moto da chi o che cosa non è facile sapere, ora, a distanza di tanti anni. Come potessero lavorare, i due tecnici, resta un mistero, perché i giovani sfaccendati frequentavano la bottega come se fosse il loro club, ogni tanto passava anche il cameriere di un bar vicino a prendere le ordinazioni. Comunque sia, un giorno uno studente d'ingegneria e un tipografo abbastanza anziano rispetto alla media vennero  quasi alle mani a proposito della loro abilità di guida, non tuttavia della moto, ma dell'automobile. Il giovane possedeva una Mini, il meno giovane una Lancia Fulvia Coupé, entrambe di colore verde. Il duello a suon di pugni fu evitato dall'autorità del titolare della bottega, e i due si sfidarono, com'era più logico, a chi sarebbe arrivato primo in vetta ad una certa montagna, famosa all'epoca perché ogni anno costituiva il punto più difficile di una corsa di livello nazionale. Si sarebbero trovati all'inizio della salita e via.
Patteggiate le modalità della sfida i due corsero a casa per prendere le loro auto, il giovane la Mini, il meno giovane la Fulvia. Dopo un bel po' di tempo il giovane fece la sua ricomparsa davanti alla bottega che sappiamo e raccontò di aver atteso invano, ai piedi della montagna da scalare, il suo avversario, che non si era fatto mica vedere. Dopo un altro bel po' di tempo arrivò il meno giovane, scese di macchina e, rivolto al giovane, gli gridò virilmente: "Te la sei fatta sotto eh?". "No, monte di cenci", replicò il giovane, che era alto e robusto e nel dettaglio alludeva, con il suo epiteto, all'abitudine del meno giovane di coprirsi molto, durante l'inverno, "sei tu che te la sei fatta sotto!" Dopodiché si scambiarono spintoni ed al meno giovane volarono via berretto e occhiali.
Com'era andata? Probabilmente il giovane era arrivato sul posto della partenza troppo svelto, mentre il meno giovane ci era arrivato in ritardo. Al primo era mancata la pazienza di aspettare, al secondo la prontezza di arrivare. Altra ipotesi: il meno giovane aveva rinunciato alla sfida montando poi il suo teatrino. Altra ipotesi ancora: nessuno dei due era andato all'appuntamento. Tentando poi il bluff.

Chi scrive ricava questo racconto dalle chiacchiere che il non evento suscitò nella bottega per diversi giorni, fino a quando non fu dimenticato.

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