L'apprendista.

Noi continuiamo a credere, sì, che il borgo vicino conservi le dimensioni che aveva quando eravamo giovani messi comunali e ci recavamo in bicicletta all'indirizzo richiesto, invece il borgo vicino nei decenni si è allargato così tanto che quasi non è rimasto spazio libero tra la sua periferia est e la periferia ovest della nostra antica città. Siamo anziani, dopo molti anni di servizio interno alle note strade, che sono in certo modo il fondale delle nostre vicende personali, ci mandano a consegnare un plico a un indirizzo logicamente a noi ignoto del borgo vicino.
Partiamo guidando l'automobile di servizio, insieme a noi il giovane che tra pochi mesi prenderà il nostro posto, e che lamenta l'assenza del navigatore satellitare. "L'auto è molto vecchia", noi replichiamo, "non è previsto il navigatore satellitare".
"Ma che cosa dici", reagisce il giovane apprendista, che ci da del tu nonostante che almeno cinque volte gli abbiamo fatto notare che potremmo essergli non padre, ma addirittura nonno, "ma che cosa dici, il navigatore satellitare può essere usato anche su un'auto scassata come questa!"
"Davvero?", noi fingiamo di domandare, "avrai ragione, ma adesso bisogna stare attenti a dove girare, e soltanto con i nostri mezzi!"
Quando siamo andati in missione nel borgo vicino, s'intende negli ultimi anni, quelli della sua crescita colossale, sempre ci siamo perduti e quindi non abbiamo consegnato il plico dovuto, con la conseguenza di pagare una grossa multa in termini di decurtazione del nostro già esiguo stipendio. Anche oggi ci perdiamo ed ora constatiamo, sì, che è la seconda volta che stiamo percorrendo la stessa strada di scorrimento veloce, chiusa da lunghi guardrail colorati di azzurro che impediscono ogni via di fuga, quel che rischia ogni volta di fare impazzire noi vecchi messi comunali; infine, per fortuna, sbuchiamo in una piazza antistante a un istituto di studi superiori in ambito tessile e scorgiamo una giovane studentessa che sta fumando una sigaretta. Fermiamo l'auto e le domandiamo qualche indicazione circa l'indirizzo a noi utile; sfortunatamente la ragazza, gentile però, non ne sa niente, tuttavia ci suggerisce di seguire un piccolo scuolabus bianco e azzurro in partenza nel piazzale - curiosamente assomiglia a un pullman che noi vedevamo salire fino al nostro paese, quando eravamo bambini, e sentivamo fin da lontano strombettare. Dovremmo seguire lo scuolabus, dice la ragazza gentile, perché è diretto nel centro della città - che ormai non è più per niente un borgo - dove di sicuro sapranno darci l'indicazione che ci serve.
L'apprendista è ingrugnito, inutilmente tentiamo di rasserenarlo elogiando l'avvenenza della studentessa or ora incontrata, inutilmente proviamo la battuta di spirito di domandargli se non è meglio, la ragazza, del navigatore satellitare: "segui lo scuolabus, piuttosto", ringhia l'apprendista.
Mentre con gran fatica eseguiamo, del resto incerti quanto al buon esito della nostra missione, non sappiamo perché, ma ci sorge il desiderio di affibbiare un manrovescio sulla faccia dell'apprendista.

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