Nella strada di paese.

Abitiamo a pianterreno, io e mia moglie, la strada del paese ci passa ai piedi. Un pomeriggio che la luce del sole rendeva colorato e caldo, vidi dalla mia finestra un uomo né giovane né vecchio, con addosso abiti tutti larghi, avanzare con gran fatica e dolorante. Chiamai mia moglie ed uscimmo a vedere di che cosa avesse bisogno quell'uomo. Si lamentava e si muoveva a mala pena, mezzo curvato indietro e a sinistra, come una banana posta di tralice. Ci chiese di liberarlo degli abiti, che erano secondo lui la vera causa dei suoi guai.Una richiesta strana, ma qualcosa si poteva fare, almeno.
Durante l'esecuzione mi accorsi che gli abiti non erano indossati veramente da quell'uomo, ma sapientemente appoggiati su di lui, tant'è vero che liberarlo fu facilissimo. Come fosse un manichino, o una struttura di grucce sostenuta da uno scheletro, per meglio dire. Ma era un uomo.
Sotto gli abiti non era nudo, ma coperto da una specie di calzamaglia color sabbia fissata alla vita, alle ginocchia e alle spalle con dei lacci.
Ci raccomandò di aver cura dei suoi abiti e di seguirlo reggendoli per mezzo della struttura di grucce che tanta noia gli aveva dato fino a pochi minuti prima, e si avviò per la nostra strada di paese, stretta tra due file di casette, camminando piano, eretto, come un sonnambulo, se non come un automa, o uno spaventapasseri svestito.
Io fedelmente eseguii e mi accorsi che, dopo pochi metri, a noi tre si erano unite altre persone, e che, tutti insieme, formavamo un piccolo corteo, alla cui testa avanzava l'uomo, ora alto, molto alto.
Dopo ancora pochi altri metri vidi che, dalla parte opposta alla nostra, avanzava verso di noi una processione religiosa, con alla testa una Madonna sostenuta da uno dei nostri compaesani.
Il nostro corteo improvvisato dunque scorse contro e accanto alla processione religiosa.
Tutto nel massimo silenzio.

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