Cinquantacinque euro di dolciumi.

Mi trovo in una pasticceria e noto dietro il cristallo del bancone dei bellissimi biscotti e dei pasticcini che hanno un aspetto ancora migliore. Il negozio è colmo di persone, riesco a vedere la merce, ma mi sfugge ciò che per me resta decisivo, il prezzo. Eppure devo fare un regalo, e il prezzo non dovrebbe contare più di tanto, cioè troppo. Un uomo anziano molto grosso mi sta attaccato e mi   soffoca, intanto parla a voce alta con una signora pigiata più in là, come se niente fosse. Il brusio degli altri clienti  non m'impedisce di sentire quello che si dicono i due. Lui parla come un medico, dice che la paura è pericolosa per la salute, grida che alla sua età, non riesco a capire come termina la frase.
"Senta dottore", gli faccio girandomi faticosamente verso di lui, ma lui mi guarda e ride: "non sono un dottore".
Mi trovo in imbarazzo, ma non posso muovermi, perché non voglio perdere la mia posizione nella calca dei clienti davanti al cristallo del bancone che protegge i dolciumi. Quando finalmente tocca a me ordino in fretta, gridando - non ne posso più: quei biscotti, mezzo chilo, e quei pasticcini, quindici, dico alla ragazza che finalmente ha iniziato a interessarsi alla mia presenza. Prende la merce, esegue la pesata, poi confeziona due pacchetti, una vera bellezza, "sono cinquantacinque euro", grida sorridendo, e m'invita a recarmi alla cassa, dove trovo due ragazze uguali tra loro e simili alla commessa che mi ha fatto i pacchetti. Molto tranquille, nonostante il brusio e la calca, anzi la bolgia.
"Sono cinquantacinque euro", mi sorridono all'unisono le due cassiere.
Per un po' di dolci devo pagare tutti questi soldi, mi dico; il mondo è alla fine, penso; ai miei tempi ci avrei fatto una settimana di vacanza; è l'inflazione, obbietto a me stesso, eccetera.
A voce chiedo una spiegazione del totale, che "mi pare un po' alto", aggiungo con moderazione. Le due avvenenti cassiere - una rappresenta i biscotti, l'altra i pasticcini, penso - mi spiegano all'unisono che la lavorazione artigianale costa e che, una volta assaggiati i dolci che ho scelto - sottolineano con la voce questo verbo scegliere - ebbene: non penserò più al prezzo.
Ne consegue che, estratti dal portafogli un pezzo da cinquanta ed uno da cinque, pago gridando alle due cassiere: "tanta è la grazia e la gentilezza che emanate, mie care, che sono perfino contento di lasciare questi cinquantacinque euro nella vostra cassa!".
Sorridono astute, incamerano, ed io faticosamente esco dalla bolgia.

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