Scambio case.

Un'amica cui avevo prestato il mio rifugio in montagna mi aveva autorizzato a fare quel che volevo in casa sua, dov'ero stato in visita tante volte. Sapevo che la portinaia del palazzo aveva spesso la luna storta, ma insieme mi attirava la prospettiva di raccogliere l'invito della mia amica ricca.
Ho le chiavi, ma naturalmente la portinaia m'interroga, mi esamina, guarda le mie scarpe, certo, sono vecchie,  indosso abiti usati, vuol sapere perché e per come, telefona alla mia amica e da ultimo mi concede di entrare in ascensore.
Ne ho già abbastanza.
Arrivato al piano, infilo la chiave, funziona male, ne provo un'altra, mentre tento di aprire faccio cadere alcuni bastoni da passeggio che la mia amica tiene, non saprei perché,  accanto alla sua porta, in un portaombrelli. Il rumore richiama l'attenzione di un vicino, che con ogni evidenza mi scambia per un ladro e mi annuncia che telefonerà alla polizia.
Non gli do molta soddisfazione, continuo ad armeggiare e finalmente la porta si apre.
Entro, e con mia grande sorpresa scopro, finora mai notata, un'altra porta. Mi trovo quindi soltanto nel vestibolo. Ora dovrò ricominciare la ricerca della chiave giusta.
A proposito: perché la mia amica mi ha dato tante chiavi, non ne bastavano due?
La chiave dell'appartamento, del vero ingresso in casa della mia amica, non c'è.


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