Cancellazione

 Poco meno di quaranta anni fa la ditta per cui lavoravo si trasferì in un antico edificio sito in centro - lettori di quotidiani e passanti lo conoscevano perché una decina di anni prima era stato occupato da squatter che ne avevano tinto di rosa la facciata nella forma infantile di una parete esterna di casa. L'edificio era stato restaurato e in parte adattato allo scopo di ospitare la mia ditta. Essa occupava il pianterreno e il primo piano. Il secondo e mi pare ultimo piano era abitato da un artista straniero  - dissidente nel suo Paese di origine - cui l'amministrazione comunale, proprietaria dell'edificio, aveva concesso  un appartamento. Dopo che la mia ditta si fu accomodata nella nuova sede una delle numerose mie colleghe, che come tutti aveva visto in un angolo della sala per riunioni una scritta squadristica - fine anni dieci, inizio anni venti - vergata in lettere nere in prossimità del soffitto e protetta a cura dell'amministrazione comunale da un cristallo, protestò e chiese che tale scritta fosse cancellata. Sfortunatamente non ricordo le parole della scritta, comunque in occasione di quel chiasso "antifascista" sollevato dalla collega, io pensai a un mio antenato che aveva fatto parte di alcune spedizioni squadristiche - forse la squadra la quale aveva vergato la scritta era "sua"? Dopotutto all'epoca lui stava di casa a poche decine di metri da lì ...  Comunque non avevo ancora letto la Storia della repubblica di Salò di Deakin, inizio del mio personale risveglio dalla narcosi patita dalla mia generazione a cura del sistema politico e culturale  vigente dopo la fine della seconda guerra mondiale, per cui tenni per me il fastidio che provavo a causa della manifestazione di imbecillità della collega, la quale non so per quali vie venne accontentata dalla amministrazione comunale: la scritta, un reperto storico prezioso, fu cancellata. Oggi rifletto in merito all'edificio in questione e lo guardo dentro di me come condensazione storico-politica novecentesca: squadrismo fascista, dissidenza, movimentismo anni settanta, antifascismo becero ... naturale che mi venga in mente la cosiddetta cancel culture ...

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